Il sesso? Fa bene al Santospirito

In Sicilia parlano di Plug the fun in!

Il sesso? Fa bene al Santospirito

“Plug the fun in” è stato creato nel gennaio 2015. Interamente dedicato a strumenti di piacere,
al loro utilizzo e utilità, senza tralasciare storia e psicologia che si celano dietro questi divertenti giocattoli.
di Elena Favazzo



PATTI. ll sesso non è tutto. Eppure la nostra, ne è una società assuefatta. E nell’isteria collettiva la corsa al piacere diventa frenetica. Il sesso è un toccasana: lo dice la scienza. Una ricerca della Rutgers University, coordinata dal neuroscienziato di fama internazionale Barry Komisaruk, ha dimostrato che durante l'orgasmo si attivano diverse parti del nostro corpo, sia nell'uomo che nella donna, e questo comporta un benessere diffuso dopo l'amplesso non solo fisico ma anche mentale. Il raggiungimento del piacere coincide con la perdita della paura, di qualsiasi forma di controllo o inibizione. Sarebbe allora il caso di dare al sesso la giusta importanza, cominciando magari dal demolire ogni forma di tabù. Perché il sesso si alimenta di libertà e desiderio di scoperta. «Il sesso influisce nella società per diversi motivi e sotto diversi aspetti è abbastanza vero che reprimere i propri desideri sessuali e non avere orgasmi influisce sul corpo e sulla mente in maniera negativa». Nel momento in cui il nostro corpo prova piacere attraverso l’orgasmo, vengono liberate le endorfine, sostanze prodotte dal cervello dotate di proprietà analgesiche e fisiologiche simili a quelle della morfina e dell'oppio, il che dà vita ad una sensazione piacevole ed estenuante in senso positivo. Marta Santospirito è designer, performer, scenografa, modella, graphic designer e ballerina. Di origini siciliane (precisamente di Patti), classe 1990, dopo aver terminato il liceo artistico si laurea in Scenografia all’Accademia delle Belle Arti di Bologna. In questo periodo lavora con Federica Amatuccio e Daniele Bisceglia tra teatro e video performance. Nel 2013 si trasferisce a Milano, dove inizia gli studi di Product Design all’Accademia delle Belle Arti di Brera, laureandosi nel 2015 con una tesi dedicata ai sex toys: “Il Design del Piacere – Seduzione, gioco e innovazione”. Nel 2016 è stata accreditata come Cultore della Materia presso il Dipartimento di Progettazione Artistica per l’Impresa all’Accademia delle Belle Arti di Brera. Ad oggi continua a dedicarsi alla sua passione per le arti performative, esibendosi in diversi eventi nel nord Italia.

Come nasce il blog
“Plug the fun in” è un blog creato nel gennaio 2015 dalla giovanissima Marta Santospirito. Interamente dedicato ai sex toys, al loro utilizzo e utilità, senza tralasciare la storia e la psicologia che c'è dietro questi divertenti giocattoli. «La passione per i sex toys è nata quando la Fun Factory ha iniziato ad essere più popolare in Italia. Essendo dei sex toys meno realistici ma più di design hanno mosso in me la vena creativa, spingendomi a pensare a come avrebbe potuto essere un sex toys bello, comodo, quindi ergonomico e piacevole per me». Tutto ebbe inizio con la scelta dell’argomento per la tesi di specialistica in design: «mi sono chiesta quale tema avrebbe potuto essere diverso e più interessante, ma soprattutto nuovo, da studiare rispetto alla solita cucina, letto ecc... Essendo un argomento vergine ho potuto spaziare nella ricerca, scoprendo e mettendo insieme notizie ed aneddoti che forse fino ad adesso non erano stati raccolti nello stesso studio». Adesso Marta lavora per una start up del settore: «è stato un amico a presentarmi al gruppo col quale adesso collaboro. La mia tesi è stata abbastanza motivo di chiacchiere tra amici e non solo, quindi l'argomento era di dominio pubblico anche grazie a Plug the fun in, il blog che ho creato quando ho iniziato a scrivere la tesi. Così facendo mi hanno notata diverse aziende, tra le quali quella con cui sto iniziando a collaborare».
Se il letto diventa centro di smistamento emotivo, vale la pena fermarsi a riflettere su come e quanto influenzi le nostre vite. «Penso che il sesso conti nella vita di ciascuno in maniera diversa, con un diverso peso. Il desiderio sessuale è molto soggettivo ed è spesso mosso da situazioni sociali e relazionali diverse. In Italia, ad esempio, è vissuto in maniera completamente diversa che in altri stati; siamo un paese ancora molto influenzato dalla chiesa cattolica, spesso vediamo in malo modo chi vive la sessualità in maniera più spontanea, mentre in realtà è un istinto più che naturale e primordiale; non c'è nulla di sporco nel provare desiderio sessuale o semplicemente nella sensazione di voler provare piacere anche con se stessi e col proprio corpo, quindi nella masturbazione». Nel caso dei sex toys, come dimostra una ricerca effettuata dall’Università dell’Indiana, chi li utilizza migliora il proprio rapporto con la sessualità, si lubrifica maggiormente, soffre meno il dolore durante la penetrazione, raggiunge più facilmente l’orgasmo e in definitiva, riesce a comunicare meglio con il partner e con il resto delle persone con cui interagisce. «Il tutto crea sicuramente un ambiente attorno molto più piacevole e rilassato e paradossalmente anche più produttivo ed attivo».
I numeri parlano chiaro: l'89% delle donne e il 95% degli uomini, dichiarano di praticare autoerotismo. La percentuale di donne che dichiarano di possedere ed utilizzare abitualmente sex toys varia sensibilmente a seconda del paese: in Italia parliamo del 27%. Di solito sono le donne a introdurre i sex toys nella coppia: 60% donne, 40% uomini. Le categorie più in voga sono: geisha balls (25%), per la coppia (25%), vibratore G spot (20%), vibratore rabbit (20%), cosmetica (10%). LELO, Love To Love, Fun Factory, Swan le marche più vendute.

Gli obiettivi
Marta ha scelto la sua strada, prefissandosi obiettivi precisi: «spero di poter continuare a lavorare nel campo del design dei sex toys oltre che nel campo della divulgazione. Disegnare dei sex toys in grado di soddisfare le donne e gli uomini sia sotto l’aspetto fisico che sotto l’aspetto estetico, quindi disegnando oggetti che svolgano la loro funzione ma che evidenzino anche una bella estetica. Soprattutto spero di potermi avvicinare a quelle donne e uomini che hanno vergogna o timore di scoprirsi, di scoprire la loro sessualità». Uscire dal “blackout” sessuale è possibile, soprattutto se si è chiari col partner. Rivolgendosi alle donne Marta consiglia: «una volta capito come ottenere piacere, relax e pace, le direi di regalarsi un gioco adatto alle sue esigenze. Nel caso di una donna con un partner, le direi di parlare di cosa vuole, delle sue fantasie, dei suoi desideri nascosti con il suo partner, ma di parlarne serena, perché spesso si possono scoprire cose piacevoli e soprattutto desideri comuni».


Elena consiglia: Dieci risposte contro il blackout sessuale
IN SEX OUT, Whilhelm Schmid affronta uno dei temi più focalizzanti del sesso stesso, ovvero la sua assenza. Uomini e donne, in egual misura, sono alla continua ricerca del piacere, ma quando questo sembra venire meno, ecco che la domanda «Che fare?», diventa inevitabile. Per ovviare al “blackout” sessuale, l’autore propone 10 possibili risposte. E la filosofia diventa un’arma seducente.
Parità tra i sessi? Dallo scontro concettuale, sul piano dei «diritti, dignità e opportunità», la parità è indiscutibile. Questo non significa negare le differenze, ma riconoscere e accettare le disparità e le disuguaglianze, per imparare meglio a comprendere l’altro. Comprendere l’altro. Le donne sono più brave in questo. A differenza degli uomini, attingono costantemente, per vizio di forma, all’ermeneutica, cioè l’arte di interpretare e comprendere situazioni, segni e segnali. Non bisogna disperare: è una capacità che può essere acquisita. Piacersi. E piacere. Basta un accento per darsi il giusto tono. Perché di quello si tratta: canalizzare i pensieri positivi, senza rinnegare i sentimenti negativi. Dal confronto con questi ultimi traiamo la forza purificatrice, catartica, della tristezza e del pianto. Bisogna imparare a far sesso. Come? Coinvolgendo tutti e cinque i sensi. L’erotismo è un gioco di possibilità, «e riesce meglio quando lo si gioca senza altri scopi». È fondamentale imparare a capire qual è il momento giusto, senza cedere alla fretta di dar sazio ai propri bisogni individuali. Ma il sesso non è sempre ingenuo. Esso viene definito come un «generatore di potere»: potere significa disporre di possibilità. Il sesso può coincidere con l’esperienza di potere. Soddisfare il desiderio di piacere implica affermare il proprio potere sull’altro. C’è anche un sesso diverso. Un«sesso alternativo» da soli o in due, che non implica una terza, una quarta o una quinta persona. Se l’erotismo tira in ballo tutti i sensi, allora privilegiando la sensibilità ogni sensazione diventa una potenziale occasione da cui trarre piacere. Sesso a pagamento? È una possibilità dell’arte di ricominciare, intrapresa più dagli uomini che dalle donne. Praticato dalla notte dei tempi, ha avuto la sua evoluzione mantenendo intatta l’illusione di potere esercitata dal cliente. Sesso virtuale? Si evita il faccia a faccia, alla ricerca di «sesso mentale»: nulla di più semplice. Ma anche questa forma ha i suoi limiti, e si rischia di soffrire se non si distingue il buon sesso, che da felicità, dal sesso qualunque. Coltivare l’amicizia. Cioè lo stare insieme anche senza il contatto fisico. Un amico, un’amica, ci consola. Si condividono i momenti belli come quelli brutti. L’amicizia raramente prevede la presenza del sesso, per questo motivo la relazione risulta molto più rilassata. Anche se, volendo, potremmo provare con un’amicizia erotica. Il sesso è davvero importante? È davvero fondamentale? Una cosa è certa: il sesso è bello, «molto bello, la bellezza assoluta della vita». Ma non per tutti. E se c’è chi lo vive come un obbligo, allora il sesso ha anche la funzione di distruggere le relazioni. Bisogna dunque trovare il giusto mezzo, il compromesso.

immagini tra le pagine: (in alto a sinistra) foto di Sara El Beshbichi, (in basso a sinistra) foto di Carlo Mari, (al centro) performance feb.2015, Milano.

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